skip to Main Content

Malati di gioco.

«Sono riuscito a nascondere il mio problema per circa un anno e mezzo, poi un giorno mia moglie mi ha scoperto davanti ad una slot in uno stato pietoso. Ero così preso da quel pezzo di metallo che mi sono accorto di lei solo dopo che mi ha strattonato il braccio per staccarmi da quella dannata macchina. Con il senno di poi è stata davvero una fortuna, perché se non mi avesse costretto a curarmi chissà quale fine avrei fatto. Nel frattempo però ero riuscito a dilapidare più di 30000,00 euro”.

Marco, 46 anni, ex giocatore.

 

Il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) è una delle prime forme di “dipendenza senza droga” studiate dalla comunità scientifica e sicuramente una delle più diffuse e insidiose (si stima che circa il 2% della popolazione italiana sia affetta da GAP, con una netta prevalenza del sesso maschile su quello femminile). Non si parla semplicemente di “vizio del gioco ” ma di “malattia del gioco ” poichè il paziente perde completamente il controllo sul proprio comportamento, giocando sempre più spesso e perdendo somme sempre più grandi, fino a scivolare in un baratro di disperazione e solitudine.

E’ per questo motivo che è possibile riscontrare in questa categoria di pazienti un elevato tasso di suicidi e di tentativi di suicidio. In senso stretto si definiscono “giochi d’azzardo” tutti quei giochi in cui è presente una posta in palio (in genere denaro) e il cui esito dipende più dalla fortuna che dall’abilità del giocatore.

Tra tutti i giochi d’azzardo, le slot machines presentano un elevato tasso di additività per via di alcune caratteristiche tecniche. Sono senza dubbio veloci (i giochi veloci e immediati impediscono al giocatore di pensare), fanno uso di una tecnologia attraente (spesso i suoni e i colori hanno lo scopo di incitare le giocate, e il piatto di metallo di amplificare il rumore delle monetine), hanno una bassa soglia di accesso (si può giocare con poco denaro), la riscossione delle vincite è immediata, sono semplici, intuitive (non richiedono alcuna competenza da parte del giocatore) e infine sono diffusissime, in pratica in ogni bar.

Terapie

Le terapie per il Gioco d’Azzardo Patologico esistono, tuttavia, solo il 10% dei giocatori in difficoltà richiede un intervento specifico. Molto spesso il giocatore d’azzardo giunge alla richiesta d’aiuto per tentare di risolvere i problemi che scaturiscono dalle perdite economiche, e non perché desideroso di smettere di giocare o perché cosciente di essersi ammalato.

La psicoterapia si deve concentrare soprattutto sull’esigenza patologica del paziente di nascondere le giocate, sul diniego del problema con la conseguente relativizzazione dei rischi, e sulle numerose distorsioni cognitive che sottendono la dipendenza (spesso l’azzardo viene più considerato un gioco di abilità che di fortuna. Il giocatore si illude quindi di poter controllare la sorte).
Come per le dipendenze da sostanze, il trattamento deve favorire l’astinenza completa dal gioco d’azzardo, non la semplice moderazione, e coinvolgere il nucleo familiare del giocatore per impedire allo stesso di accedere indiscriminatamente al denaro.

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *